Che differenza può esserci fra buon cibo e cibo buono nel parlare di relazioni business a tavola? Con un accento sia sulla relazione che sulla buona tavola.
Il confronto nasce dalla riflessione profonda sul come percepiamo la realtà attorno a noi.
Che senso avrebbe parlare di relazioni business a tavola se non si puntasse l’accento sulla relazione, e quindi sulle percezioni che si scatenano quando da uno si diventa due o più? L’individuo come unità, senza stimoli esterni, sente la vita in un determinato modo. Poi arriva una seconda persona e cambia il clima in base agli stimoli che la persona riceve, e poi interpreta a suo modo reagendo in modi diversi, talvolta inaspettati e spesso con lo stupore di entrambi.
Ti è mai capitato di rispondere male a qualcuno e non sentirti nei tuoi panni? Quello sei sempre tu ma solo in relazione ad uno stimolo esterno, quindi può stupirti lo scoprire che all’improvviso ti comporti come non vorresti, come non sarebbe nella tua indole individuale. È tutto lì: dipende da come vibriamo insieme agli altri e da che tipo di relazione si instaura.
Occorre quindi prendere maggior consapevolezza in merito a chi stiamo scegliendo di incontrare, capirne i valori se coincidenti ai nostri o meno, e volere consapevolmente scegliere la tavola come medium di nutrimento della relazione che abbiamo deciso di approfondire.
Lo so che non è immediato questo concetto, per questo il caloroso invito del metodo Referral Tasting è verso l’attenzione ai minimi dettagli che accompagnano una relazione business, a tavola.
Fermarsi al primo stato convenzionale, quindi scegliere un buon ristorante dove si troverà certamente del buon cibo, con un posto riservato, e con un target di spesa che voglio sostenere, non è sufficiente per garantire alla relazione di instaurarsi e crescere.
Supponiamo che l’ospite arrivi da fuori città, che non trovi parcheggio e che debba fare tanta strada a piedi, magari in estate e con la cravatta, secondo voi, quanto inciderà il buon cibo e il posto in sé per sé? Mi sto curando di fare bella figura in senso convenzionale oppure sto cercando il benessere del mio partner o cliente in affari?
La rivoluzione del concetto apparentemente banale di buon cibo e cibo buono si cela nelle pieghe di questi micro-delicati passaggi: capire l’altro come ragiona, come percepisce, cosa gli piace, cosa lo aiuta a sentirsi bene veramente. Si tratta di iniziare a spostarsi dall’io al tu per giungere ad un noi. ‘Noi’ diventa una nuova creatura da allevare e proteggere: la relazione.
Immagino vi stiate chiedendo cosa significhi il fatto che vi sia una differenza se dico buon cibo oppure se dico cibo buono.
Il cibo buono pone l’accento sulla percezione che personalmente si ha nel degustare. Il buon cibo pone l’accento sul cibo, quindi la sua bontà oggettiva.
È sicuramente un buon cibo quello cucinato da uno chef secondo una ricetta studiata e creata con ingredienti scelti, di qualità. Non è detto cha al nostro partner piaccia. Un buon cibo non è automatico che sia cibo buono per tutti indifferentemente. Nel prossimo articolo andremo a fondo a questo concetto quindi segui le prossime uscite e scoprirai il segreto di come coltivare relazioni d’affari a tavola!