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Referral Tasting senza confini (2)

Referral Tasting senza confini
Referral Tasting senza confini

Nell’articolo precedente si parlava di come i confini nascano per esigenze di proprietà normate e come poi questi rischino di diventare limiti mentali che si trasferiscono nelle relazioni.

Quante emozioni e sentimenti ci tengono confinati e quindi separati dal resto del mondo che oltrepassa quella linea immaginaria di confine?  Eppure il “fine” è “con” l’altro (con-fine).

Come può Referral Tasting (un metodo strutturato per mettere a reddito le relazioni business a tavola) essere un medium per elaborare in modo positivo questi muri?

Avete mai visto due persone a tavola, vicine, con il cellulare in mano a chattare con altre persone non presenti? Con chi realmente la coppia sta facendo Relazione? A chi, entrambi, sono vicini? Penso agli amici in chat, pur non avendo alcun contatto di pelle con loro, cosa che, allungando una mano, si potrebbe invece avere all’istante. La presenza ed il confine non garantiscono di per sé la giusta energia nella qualità della relazione.

Ribaltiamo: siamo soli, a casa, magari impossibilitati ad uscire, e vorremmo cenare con l’amico del cuore, quello con cui stiamo bene a parlare di tutto, avendo un contatto di pelle, di vicinanza. Lo chiamiamo, e gli chiediamo di fare cena insieme a noi, ma lui non può. Tuttavia ci propone una videochiamata. L’amico accetta e si chiacchiera di tutto cenando a distanza senza sfiorarci con un dito, ma stando bene insieme negli intenti e nelle emozioni.

Quali dei due esempi calzano meglio con il concetto di referral Tasting?

Come si percepisce la relazione, il benessere di stare insieme a tavola? La prima coppietta mangia probabilmente del buon cibo (tutto si declina sul cibo, non sulla persona), ma in modo distratto. La seconda mangia del cibo buono (buono significa percepito tale, quindi tutto si sposta sulla persona) prendendosi cura dei sentimenti, del sentire, del percepire, dell’altro. Ci si sente spesso più soli in due o in gruppo che nell’essere da soli:

“Ma poiché il gruppo dietro al quale egli sembrava essersi messo, si diradava man mano, m’accorgevo che il poveretto era riacciuffato dalla sua inquietudine di prima” (…)
“Egli non vuole rimanere solo. È l’uomo della folla. Sarebbe invano che io continuassi a seguirlo, giacché non riuscirei a sapere di lui e delle sue azioni nulla più di quanto egli già non mi abbia fatto sapere.”

(Edgar Allan Poe, L’uomo della Folla, 1840)

Trasuda da questo romanzo ottocentesco, la nascita del concetto di solitudine nella folla delle grandi città (Londra), e di come Poe osservasse il mondo intorno a sé in modo acuto.

In effetti, mai come oggi, nell’era delle super comunicazioni, la percezione che si ha della solitudine è pazzesca, tangibile. Eppure basta nulla: aprire il cuore all’ascolto dell’altro e la solitudine finirebbe. Pensiamo di essere a casa e avere dei vicini senza intessere alcuna relazione con loro. Avere accanto qualcuno non significa nulla in termini di percezione della compagnia se non vi è l’intenzione e la presenza affettiva.

Ma qual è lo scopo?

Lo scopo di Referral Tasting è avere un metodo pianificato e strutturato per prendersi cura delle relazioni business, curandoci dell’altro a tavola. Cosa significa? Lasciare andare le nostre vecchie abitudini con cui cerchiamo di dare il meglio in base al nostro con-fine, al nostro schema, al nostro concetto del meglio per noi stessi che trasferiamo sull’altro, come se lui percepisse come noi. Occorre invece aprirsi al concetto di senza confini lato nostro, ovvero spalancare le porte all’altro conoscendo i suoi limiti e confini nello scopo di farlo sentire bene, metterlo al centro della sua sicurezza “di pelle”. Referral Tasting significa ragionare conoscendo i desideri dell’altro e fare in modo di prendersene cura.

Prima ancora di pensare al sedersi a tavola per fare business, sediamoci a tavola per fare relazione! Per costruire partnership d’intenti e finalità comuni, basi solide su cui impiantare un business se lo riterremo in linea con i nostri valori.

Non potrei mai esaurire l’argomento del “senza confini” in un articolo, per questo ne scriverò altri con vari approfondimenti anche operativi oltre che filosofici, seguimi!

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